Non abbiamo mai incontrato Bea, ma la ritroviamo nel piccolo Hussein, trasportato dall'Iraq in Italia per ricevere quelle cure che lo hanno reso di nuovo libero, e la vediamo nei bambini che, grazie al suo sostegno, abbiamo operato in missione.
Il sorriso di Bea è ancora qui, vivo e forte.
Bea ha vissuto una vita piena. La sua passione, coniugata alla gentilezza, è sempre stata la cifra del suo modo di abitare il mondo e le relazioni. Nonostante le difficoltà, ha scelto la felicità, anche grazie alla visione dei suoi genitori, Lucia e Lino, di una vita da vivere con passione, non nell’attesa.La sua morte, avvenuta troppo presto, ha lasciato un vuoto che si è trasformato in un impegno concreto: l’associazione “Bea a Colori”. Fondata dai suoi genitori e amici, è il proseguimento di un cammino che Bea ha in qualche modo tracciato con la sua vita. Ogni gesto, ogni contributo, è un passo che alimenta questa causa, continuando il lavoro che Bea ha avviato.
“Bea a Colori” non è solo un nome, ma un modo di vedere il mondo: vivido, intenso, da vivere senza paura. La sua vita è stata un’esplosione di colori, e oggi il suo spirito batte per chi ha bisogno di qualcosa di più: cure, sostegno, opportunità, rispetto.
Con Bea a Colori abbiamo scritto alcune storie di bambini che sono stati finalmente visti, aiutati e sognati. Come quella di Hussein, che ha potuto affrontare un anno di operazioni chirurgiche a Firenze e che, grazie a una donazione di 13.400 euro, ha potuto vivere in un posto dove sentirsi amato. Come lui, altri 24 bambini con malformazioni e gravi sequele di ustioni hanno ricevuto gratuitamente un intervento chirurgico che ha cambiato non solo il loro aspetto, ma la loro vita.
Molti di questi bambini erano segnati fisicamente da gravi ustioni o malformazioni congenite che li rendevano diversi agli occhi della società. Non solo le loro condizioni fisiche, ma anche il rifiuto e l'emarginazione che spesso subivano, causavano loro un profondo disagio psicologico e sociale. Bambini che, a causa delle cicatrici o delle deformità, erano costretti a nascondersi, a vivere in isolamento, a subire il dolore non solo fisico, ma anche emotivo. Questi interventi chirurgici hanno restituito loro una dignità, permettendogli di ricominciare a sorridere senza paura di essere giudicati, di muoversi liberamente senza timore.
Dietro a questi numeri ci sono i cuori di bambini che sanno lottare e la forza di chi non si arrende, proprio come ha fatto Bea.
In Hussein e in ognuno di loro, c'è il messaggio che Bea ha saputo trasmettere e che anche noi come persone e organizzazione condividiamo e continueremo a trasmettere ad ognuno dei nostri piccoli pazienti: la possibilità di vivere questa vita a colori.
Grazie, Bea.
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