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Immagine del redattoreEmergenza Sorrisi

Emergenza Sorrisi in Benin, una nuova speranza per i bambini

È terminata la missione chirurgica a Cotonou, dove l’equipe di medici ed infermieri, sostenuti dal personale locale, è riuscita a cambiare il futuro di 76 minori affetti da labbro leporino. Per l'ong, che lavora in alcune delle zone povere del mondo si tratta l'undicesima missione nel Paese africano. Un segnale di solidarietà contro le discriminazioni

Nella foto: Christian Coppolino, infermiere e volontario di Emergenza Sorrisi, durante l'ultima missione in Benin con in braccio una piccola paziente. Foto Di Agnese Moroni


Layla Perroni – Città del Vaticano A 76 minori del Benin, affetti da labio-palatoschisi è tornato il sorriso. È questo il risultato dell'undicesima missione chirurgica di Emergenza Sorrisi nel Paese africano, uno dei 25 in cui opera l'ong. Presso l’ospedale di Abomey Calavi, nella provincia di Cotonou nel sud del Paese, l’equipe medica guidata dai chirurghi Mario Altacera, Ernesto Marziano e Tommaso Anniboletti è riuscita a ridare una speranza ai minori affetti da labio-palatoschisi, malformazione caratterizzata da una separazione del labbro, dell'osso mascellare e del palato. Il progetto nel Paese africano è parte di una più vasta campagna di informazione e prevenzione realizzata grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana e del Ministero della sanità del Benin. “I bambini rappresentano il futuro di ogni nazione e sono allo stesso tempo il patrimonio umano più prezioso che esista”, afferma Christian Coppolino, infermiere volontario proveniente dall'ospedale Annunziata di Cosenza, che sottolinea come “dei 76 interventi compiuti nella città più popolosa del Paese, 60 sono stati totalmente riparativi in una sola operazione, mentre gli altri necessiteranno di una nuova revisione chirurgica”.


Una missione in tutela dei giovani

L’origine del progetto in Benin è legata alle difficili condizioni di vita del Paese, dove il sistema sanitario prevede l’erogazione di prestazioni mediche solo a pagamento. Ciò impedisce alle famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà di accedere alle cure e alla chirurgia. Secondo i dati della onlus, in questo contesto la labio-palatoschisi colpisce almeno un bambino ogni 250. Coloro che sono affetti da questa patologia, inoltre, possono subire anche discriminazioni e soprusi a causa della mentalità tribale che per superstizione associa questo tipo di malformazione a qualcosa di negativo. “Mi piacerebbe far capire, invece, che i minori, da ovunque essi provengano, ci appartengono profondamente in quanto inermi – spiega Coppolino - come volontari noi tutti nutriamo il desiderio di metterci in cammino verso le loro case, che sono collocate per lo più in località caratterizzate da povertà, conflitti, privazioni di diritti umani o regimi integralisti”.


Le storie di Justine e Loko

Tra i bambini a cui la onlus ha ridato il sorriso c’è anche Justine, una bambina di un anno e mezzo, di tre chili e 700 grammi. Nata con la labio-palatoschisi la piccola aveva gravi difficoltà nel compiere anche le più semplici azioni: mangiare, respirare e parlare. L’esito positivo dell’operazione svolta dal personale socio-sanitario di Emergenza Sorriso ha permesso a Justine e alla sua famiglia di avere un nuovo sguardo sul futuro. La bambina, infatti, ora è in grado di nutrirsi e così riuscirà a crescere sana e forte. Loko, invece a soli 3 mesi è giunto in ospedale dopo più di 3 ore di viaggio dal suo villaggio, accompagnato dai suoi cari proprio l’ultimo giorno disponibile per l’operazione e ha scoperto l'esistenza di Emergenza sorrisi grazie ai media "rappresentano un vero e proprio megafono informativo per far conoscere alla popolazione dove operiamo”. Nonostante il calendario fosse già stato deciso, l’equipe è riuscita comunque ad operare Loko. "L’intervento è stato un successo e vedere il sorriso del bambino e la felicità negli occhi dei suoi genitori ha riempito tutti di gioia", si legge in un comunicato dell'ong.

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