La sua esperienza di volontario inizia nel 2004 a Nassiriya con Emergenza Sorrisi e da allora ha partecipato a ben 25 missioni chirurgiche. Per lui ora la malinconia più grande è quella di non poter partire e restituire sorrisi. Abbiamo intervistato Mario Altacera, medico specialista in chirurgia plastica e maxillo-facciale presso l’UO operativa maxillo facciale dell’Ospedale Miulli di Bari.
Cosa significa per te essere volontario?
Per motivi professionali mi sono sempre interessato alle labiopalatoschisi. Quando ho saputo della possibilità di partecipare a una missione di Emergenza Sorrisi e di effettuare questo tipo di chirurgia su bambini che non potevano accedere a questo tipo di correzione mi sono lanciato e ne sono stato felice. Ho realizzato un mio grande desiderio: dare la possibilità di curarsi a chi non ha accesso alle cure. Da cittadino dell’occidente essere volontario è un atto dovuto e importante ed è soprattutto una questione di volontà che risiede nel mettersi a disposizione di chi è meno fortunato di noi.
Ci racconta un ricordo di una missione che le è rimasta nel cuore?
Una delle missioni che ricordo con più piacere è stata quella in Gabon a Libreville dove sono stato due volte. A colpirmi è stato un bambino di 7 anni affetto da labiopalatoschisi bilaterale, la forma più grave della malformazione che rende difficile parlare, mangiare e respirare. Dopo l’intervento chirurgico ho chiesto a quel bambino se fosse contento. Lui mi ha risposto che era contentissimo perché così poteva finalmente tornare a scuola e non essere più bullizzato dagli altri bambini. In molti Paesi in via di Sviluppo queste patologie, oltre ad essere invalidanti, generano forti discriminazioni sociali.
Durante le missioni chirurgiche, oltre a restituire la speranza di un sorriso a tantissimi bambini, vi adoperate molto per trasferire conoscenze mediche ai medici locali. Che riscontri avete avuto?
Tra i principi fondanti di Emergenza Sorrisi vi è quello della formazione. Per questo in ogni missione chirurgica è per noi importante insegnare ai medici locali questo tipo di correzione in maniera tale che possano essere svincolati dalla nostra presenza. A questo proposito voglio ricordare un antico proverbio cinese che dice “Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare. Solo così non lo avrai sfamato per un giorno, ma per sempre”. E’ proprio questo il senso delle nostre missioni. Negli anni abbiamo avuto ottimi riscontri nella formazione in numerosi Paesi. Ad esempio in Afghanistan siamo in contatto con medici e infermieri locali che adesso sono in grado di poter eseguire correttamente un intervento in autonomia. Questo è successo anche in Iraq, Etiopia, Gabon e Congo.
Quando torna da una missione ha un po’ di malinconia?
La malinconia ti prende nel momento in cui torni e non puoi più ripartire. L’ultima missione a cui ho partecipato è stata a dicembre 2019 a Nassiriya. Ogni missione è una vera e propria esperienza di vita e la simbiosi e il rapporto che si instaura con il gruppo di volontari va al di là dell’aspetto umanitario. Speriamo di poter tornare presto in missione!
Il dott. Mario Altacera è uno dei nostri sanitari volontari che mettono a disposizione il loro tempo per restituire il sorriso a tantissimi bambini. Anche tu puoi far parte della nostra squadra e fare la differenza con un piccolo gesto. Sostieni Emergenza Sorrisi con il tuo 5x1000 indicando nella tua dichiarazione dei redditi il codice fiscale 97455990586.